Cosa pensi della massoneria?

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giovedì 6 novembre 2008

Per i massoni è possibile una moschea a Treviso?

All'attuale maestro venerabile della loggia "Primavera" (GOI - Treviso) ho chiesto cosa pensa riguardo all’eventuale presenza di una moschea a Treviso. Ecco la risposta:
In generale ritengo che la costruzione di una moschea in Italia debba scaturire da un accordo bilaterale tra lo Stato italiano e uno Stato islamico – o una grossa Istituzione riconosciuta, come preciserò meglio in seguito –, in quanto spesso i luoghi di culto islamici vanno al di là della semplice preghiera. Il problema delle moschee in Italia è abbastanza complesso e di conseguenza lo è anche a Treviso. Le richieste di costruire nuove moschee, oltre a quelle esistenti, sono aumentate enormemente negli ultimi tempi e ciò è dovuto alla grande immigrazione di musulmani. All’unica associazione esistente in Italia agli inizi del Novecento – Fratelli musulmani –, si sono aggiunte a dismisura sigle di vari movimenti islamici nel secolo scorso e se ne aggiungono tuttora. Oggi ne contiamo almeno una trentina. Faccio alcuni esempi. L’Umi a Torino, l’Ici di viale Jenner, il Coreis a Milano, l’Acii, la Lmm, la Uio, l’Ami, l’Umi di Smith, l’Aic, i Movimenti turchi e l’Islam sciita a Roma. La più grande organizzazione in termini numerici è l’Ucoi, cui aderiscono 122 associazioni territoriali e nazionali, nonché molte moschee italiane e circa trecento luoghi di preghiera. Accanto a queste organizzazioni, esistono in Italia moltissimi altri “centri culturali” con annessi “luoghi di preghiera”. In provincia di Treviso ne esistono quattro, di cui uno a Treviso città. Come ben si può vedere, l’Islam ormai è nel nostro tessuto connettivo.
La copertina di un libro dedicato al rapporto tra cristiani e musulmani presenti a Treviso
Le ho detto in precedenza che uno dei princìpi basilari della Massoneria è la libertà. Sarebbe inconcepibile per un massone non riconoscere ad un essere umano, e quindi anche ad un musulmano, la libertà di culto e di preghiera. Il problema si complica perché la maggior parte degli Stati musulmani si basano sulla sharia, legge di origine divina, che si rifà al corano e alla sunna. A questa legge divina, piuttosto che a princìpi laici, si ispirano la politica, l’organizzazione sociale e la giustizia, che vengono considerate parti integranti della religione. In Occidente al contrario la costituzione degli Stati è fondata su princìpi laici, che però ammettono massima libertà di culto. In Italia il diritto non è più quello canonico, mentre quello islamico è quasi tutto un diritto religioso. Anche l’organizzazione della Chiesa cattolica – o di altre religioni – è diversa da quella islamica. Come quasi tutte le religioni occidentali, essa ha una organizzazione piramidale, al contrario dell’Islam, dove, ad eccezione degli sciiti, gli imam non hanno alcun riferimento verticistico, più liberi quindi nell’interpretazione delle norme e nel comportamento. Altra differenza è quella del sostentamento. Il clero italiano adesso si basa molto su atti liberali dei contribuenti; gli imam invece, in quasi tutti gli Stati arabi, vengono stipendiati dai governi, forse con l’intento di controllarli.
Alcune pagine del libro dedicate alla figura del profeta Maometto, fondatore dell'Islam
Tornando quindi alla sua specifica domanda della presenza di una moschea a Treviso, luogo di incontro e di preghiera per un numero di fedeli molto più grande, rispetto ad un centro culturale con annesso luogo di preghiera, le confermo la mia convinzione che ancora i tempi non sono maturi. Oltretutto credo che ogni moschea in Italia debba fare riferimento ad uno Stato islamico ben individuato con cui esistono normali rapporti diplomatici – in questa direzione si muove l’Arabia Saudita – o ad una organizzazione italiana fortemente radicata fra i musulmani e con gerarchia verticistica. Lo Stato e gli enti locali hanno bisogno di dialogare con Istituzioni che rappresentano veramente un grande numero di musulmani. Fa pensare, infine, il fatto che la moschea di Roma sia stata costruita, con i soldi dell’Arabia Saudita e del Marocco, da un ente fondato dagli ambasciatori arabi accreditati sia presso lo Stato italiano che presso quello del Vaticano. Gli amministratori di questo unico ente riconosciuto dal Governo italiano adesso sono in litigio tra loro, e l’ente è stato commissariato. Come detto prima, anche a Treviso esistono diversi gruppi di musulmani, organizzati ognuno per conto proprio, e viene quindi spontaneo interrogarsi su chi dovrebbe gestire una moschea.

[Questo passo dell'intervista al maestro venerabile della loggia "Primavera" è tratto dal volume "Quale Primavera per i figli della Vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia", Ogm editore, dicembre 2008, pp. 69-71].

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