Cosa pensi della massoneria?

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venerdì 27 febbraio 2009

Non siamo un'associazione segreta. Un massone si racconta


Da Daniele Quarello - giornalista che scrive per la "Tribuna" di Treviso - ricevo l'articolo che segue. Quarello, in occasione della presentazione del libro, ha intervistato Dario Paoletti.

TREVISO. Eliminare quel velo di mistero e di segretezza con cui la massoneria è sempre stata avvolta. Questo lo scopo dell’incontro tenutosi giovedì 19 febbraio alle 18,30 nella sala “Pacifico Guidolin” della Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Carlo Silvano, intitolato "Quale primavera per i figli della Vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia”. Un volume uscito lo scorso dicembre che raccoglie alcune interviste fatte ai maestri, che si sono succeduti alla guida della loggia “Primavera” di Treviso affiliata al Grande Oriente d'Italia, tra cui il notaio Paolo Valvo. Un volume in cui i massoni parlano della loro associazione, ma anche di temi di scottante attualità (immigrazione, prostituzione, aborto, mobbing etc.). Di notevole interesse, poi, il tentativo da parte dell’autore, Carlo Silvano, di svelare al mondo quest'organizzazione.


A sx Dario Paoletti (loggia "dei Trecento" affiliata alla Gran Loggia d'Italia), a dx Carlo Silvano

In occasione della presentazione del libro è intervenuto anche Dario Paoletti, massone della loggia “Dei Trecento”, affiliata alla Gran Loggia d’Italia. «Sono qui a parlare a titolo personale - ha detto Paoletti - per chiarire alcuni aspetti riguardanti la massoneria. La mia presenza qui dimostra che non siamo nascosti. La nostra non è un’associazione segreta. Le associazioni segrete sono illegali in Italia. I nomi degli associati sono depositati. Quello che ci contraddistingue è il fatto di agire nella riservatezza, ovvero di condurre le nostre attività in maniera riservata. Attività rivolte prevalentemente alla beneficenza, che non hanno nulla a che fare con la segretezza o con il complotto. Queste cose sono stati i giornalisti a volerle vedere per creare degli scandali. La massoneria non ha nessun segreto». E Paoletti si spinge anche oltre. «Il caso della loggia P2 - aggiunge - è stato un bluff giornalistico. Era una questione tutta interna alla massoneria. Quella loggia era stata creata per dare supporto a tutti i fratelli che per motivi di lavoro vivevano a Roma. Licio Gelli, però, sbagliò facendo entrare nella loggia non come di consueto 30/40 persone, ma più di mille. Una mossa per la quale deve considerarsi deviato, ovvero fuori dalla massoneria. Ma come la commissione d’inchiesta guidata da Tina Anselmi ha giustamente concluso non c’era da parte di questa loggia alcuna intenzione di sovvertire l’ordine dello stato». Nessun complotto quindi. Solamente filantropia e beneficenza. «Ogni massone - dice Paoletti - intraprende un percorso iniziatico che culmina con l’illuminazione. Dal momento che questo è un percorso interiore, non può essere codificato né comunicato. Questo è il nostro unico segreto, un’esperienza non comunicabile. La massoneria non è una filosofia né una religione. Non esiste in linea di principio una inconciliabilità tra cristianesimo e massoneria. Noi massoni crediamo nell’esistenza di un unico Dio creatore, che chiamiamo il “Grande Architetto”, e nei valori di libertà, uguaglianza e fratellanza». (Daniele Quarello)

venerdì 20 febbraio 2009

considerazioni sull'incontro di Castelfranco Veneto

Da un massone della loggia "Primavera" di Treviso, che ha assistito alla presentazione del mio libro svoltasi a Castelfranco Veneto, ho ricevuto il messaggio che "incollo" in questo post.
[...] condivido gran parte di quanto ha detto il fratello Dario Paoletti, soprattutto sulla parte attinente i valori. Sulla questione della P2 è stato, a mio avviso, abbastanza ondivago. Dapprima ha cercato di giustificare semplicisticamente il fenomeno, per poi lavarsene le mani dicendo che tutto questo riguardava il G.O.I: in realtà la deviazione della P2 è stata un fenomeno da non sottovalutare, che deve pesare sulla comunità massonica da un punto di vista morale. Dobbiamo sentirci responsabili, noi del G.O.I., per quanto accadde, anche se, sul piano penale, come ben sai e com'è giusto che sia, le colpe vengono ascritte alle persone che hanno commesso un reato. Penso però che la vicenda della P2 vada archiviata e consegnata alla Storia, così come sono stati archiviati e storicizzati i tempi bui della sacra Inquisizione. Pur non dimenticando gli errori del passato, che devono essere un monito, è ora di guardare avanti.

Intervento del prof. Armando Fiscon


Alla presentazione del libro "Quale primavera per i figli della vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia", svoltasi il 19 febbraio a Castelfranco Veneto, dopo il saluto del sindaco, Maria Teresa Gomierato, è intervenuto il prof. Armando Fiscon. Qui di seguito pubblico il suo intervento.

Non è mio compito entrare nel merito del tema che ci è proposto dal libro di Carlo Silvano, anche se, per la verità, l’ho letto con molta curiosità, forse anche per fare dentro di me un po’ di chiarezza e togliere degli interrogativi su un argomento nel quale ero (e sono) piuttosto prevenuto, come credo stia succedendo a tanti altri: prevenuto perché il termine stesso di Massoneria ha significato da sempre per me in qualche modo incompatibilità con la militanza cattolica. È stato sinonimo di settarismo settarismo, complotto segreto, avversione e insofferenza alle norme della vita sociale. E credo non sia facile sradicare determinate idee che abbiamo coltivato per tanto tempo. Tanto più che a questo riguardo ho letto anche di recente opinioni davvero sconcertanti di forte opposizione alla ideologia massonica, né credo che la dottrina della Chiesa Cattolica abbia cambiato di molto la propria posizione nei confronti della Massoneria. Trovo perciò veramente interessante questa ricerca che l’autore ci presenta qui oggi attraverso le opinioni dei diretti responsabili e sono curioso di seguire lo svolgimento del dibattito che sicuramente toccherà fra l’altro punti nevralgici sulla possibilità di coesistenza pacifica fra le due ideologie all’apparenza così opposte.
Dirò, invece, due parole sull’autore del libro.
Conosco il dottor Carlo Silvano da parecchi anni e ho avuto il piacere di pubblicare con la mia Editrice quattro suoi volumi.




Armando Fiscon (a sx) e Carlo Silvano (a dx)



Ho sempre apprezzato in Silvano il suo metodo di lavoro che è quello di non sviluppare un argomento sotto forma di trattato in esposizione sistematica, quanto quello di approfondire il problema attraverso le esperienze dirette dei protagonisti intervistati, che diventano loro stessi gli autori. Per cui l’argomento non è mai un dictat di principi, di definizioni, di intenti; ma è calato nelle realtà dei singoli individui. È il metodo delle interviste mirate che, sapientemente gestite con domande dettagliate, e a volte provocatorie, ai diretti interessati (e qui è molto importante anche la scelta dei personaggi da intervistare), dà alla fine un quadro dell’argomento che non è mai teorico ma pratico, chiaro, sperimentato, vissuto in prima persona. A mio parere, qui sta la validità del metodo che Carlo Silvano ha scelto finora per le sue pubblicazioni.
Si può aggiungere che anche su altri argomenti – tutti molto attuali, come Autorità e responsabilità nella Chiesa Cattolica, Cristianesimo Chiesa e Teologia, Rapporto tra Cristiani e Musulmani, Problematiche del mobbing, Silvano usa sempre lo stesso metodo dell’intervista; e sempre, alla fine del libro, si comprende come in qualsiasi problema sociale o religioso c’è una grande quantità e, direi, ricchezza di variabili dovute ai valori individuali, alla sensibilità, alla preparazione, alla dedizione, all’intraprendenza delle singole persone intervistate. E si possono scoprire anche elementi molto diversi da quelli che la tradizione, il comune sentire, le prevenzioni ci hanno inculcato; cosicché un argomento per quanto delicato e controverso può portare a conclusioni anche imprevedibili, come credo sia il caso di questo libro nel quale – attraverso le domande che Carlo Silvano fa a personaggi di spicco della Massoneria (domande anche in questo caso non relative a regolamenti o principi, bensì a temi specifici quali il rapporto con la Chiesa cattolica, i fenomeni dell’emigrazione, del lavoro, della prostituzione, dell’aborto), si riesce ad avere un quadro ben diverso ed effettivamente poco conosciuto anche della “Primavera per i figli della Vedova”, così Silvano ha intitolato il libro; in quanto nel marzo del 2001 si svolse a Treviso una riunione nella quale un gruppo di Massoni trevigiani palesarono al Grande Oriente d’Italia la volontà di istituire una nuova officina a Treviso; e nel successivo giugno con apposito decreto il Grande Oriente d’Italia emise la bolla di fondazione della loggia “Primavera”, sancendone formalmente la nascita.


Armando Fiscon (Edizioni del noce - Camposampiero)

domenica 15 febbraio 2009

Rispondendo ad un mio messaggio, il vescovo e carmelitano Filippo Iannone (ausiliare all'arcidiocesi di Napoli e docente di diritto canonico), mi scrive:
1. E' ancora valida la Dichiarazione del 26.11.1983?
La dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 nov. 1983 conserva integro il suo valore, pertanto le sette massoniche sono da comprendersi tra le associazioni di cui al can. 1374 del vigente Codice di diritto canonico.
2. Un cattolico può iscriversi e frequentare una loggia massonica?
L'attuale canone stabilisce una duplice distinta pena:
A. Pena precettiva indeterminata per chi s’iscrive "scienter et volens" a una delle associazioni che tramino contro la Chiesa: "iusta poena puniatur". Se qualcuno si fosse iscritto in buona fede, ha l'obbligo di ritirare la propria iscrizione, non appena viene a conoscenza della vera natura della società, tranne che sia costretto a rimanervi temporaneamente, per evitare possibili gravi danni.
B. Pena precettiva determinata per chi svolge nella società un ruolo attivo o una funzione direttiva: "Interdicto puniatur".
3. Su quali basi si fonda l'inconciliabilità tra l'essere cattolico con la frequenza ad una loggia massonica?
Si noti per altro che il canone parla di associazioni "quae contra Ecelesiam machinantur". Non basta pertanto che esse siano condannate dalla Santa Sede o da altra autorità ecclesiastica. È necessario che cospirino realmente contro la Chiesa, sia perché questo rientri nei loro fini, sia perché sia stato così deciso dagli organi direttivi, sia infine perché avvenga semplicemente di fatto. La condanna può avvenire anche per altri motivi. Trattandosi di associazioni a carattere eretico, scismatico o apostatico, si ha un effettivo concorso di reati, in quanto si viola non solo il can. 1374, ma anche il can. 1364. (La prima condanna formale delle sette massoniche risale alla Lettera Apostolica "In eminenti" di Clemente XII del 28 aprile 1784).
Sperando di aver in qualche modo dato risposta ai suoi quesiti, La saluto cordialmente in attesa di incontrarLa personalmente + Filippo Iannone, o.c.

Cattolicesimo e massoneria: le ragioni di una perdurante inconciliabilità

Dal cattolico tradizionalista Maurizio Ruggiero ricevo lo scritto che segue:

Fra gli oltre cinquecento documenti di condanna che la massoneria ha rimediato da Santa Madre Chiesa, tiene un luogo speciale l’enciclica Inimica vis (8 dicembre 1892) del Papa Leone XIII. Ripercorrendo le pagine di quel testo e dell’altra grande enciclica, Humanum genus (20 aprile 1884) ravvisiamo tutte le ragioni che indussero la Chiesa a condannare i figli della vedova e a ribadire, fino ad anni recenti (cfr. la Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede del 26 novembre 1983) l’inconciliabilità fra cattolicesimo e massoneria. Per ragioni di brevità mi limiterò a due sole considerazioni.

1a ragione - La Massoneria è relativista: professa cioè il dubbio in modo sistematico. Non come chi si ponga un quesito su ciò che sia la verità, al fine di conoscerla e di conformarsi ad essa; ma con l’atteggiamento dubitativo proprio dello scettico, di colui cioè che non crede che una verità e men che meno che la verità, esista. O che, se anche esista, essa resti comunque inconoscibile e inattingibile da parte dell’uomo. Questo naturalismo e relativismo massonico comporta conseguenze gravissime non solo sul piano della teologia razionale, come la chiamava San Tommaso d’Aquino, giacché (non solo la rivelazione) ma anche la conoscibilità di Dio con la semplice ragione viene negata; ma ha riflessi anche nell’ordine civile e morale.
Dio è l’Autore della Verità e Verità egli stesso: tanto di quella naturale che di quella soprannaturale, le quali verità non possono dunque mai essere in contrasto. Orbene il relativismo nega l’esistenza o la conoscibilità della verità. E, se non vi è una verità, non vi è nessuna vera religione; tutte le fedi, satanismo incluso, restano su un piano di parità; peggio ancora, non vi è nessuna verità naturale; nessun dovere ha l’uomo, né come singolo, né come società, verso Dio suo creatore: onde il laicismo dello Stato (che altro non è che un ateismo in forma più larvata) e il rinnegamento della Divinità di Gesù Cristo, della sua regalità sociale, dei diritti della Chiesa nelle materie miste fra Chiesa e Stato (matrimonio, istruzione, sfera morale ecc.). Anche le verità naturali vengono smantellate: via libera al divorzio, che rompe il legame valido e naturalmente inscindibile fra uomo e donna, indissolubile in forza del contratto, non già del Sacramento; via alle nozze fra coniugi d’identico sesso; via alle adozioni di bambini agli omosessuali; contro la difesa della vita nascente o morente (aborto, eutanasia); via alla clonazione e alla sperimentazione sugli embrioni umani e altro ancora. Si può immaginare nulla di più radicalmente anticattolico e antinaturale?
Vero è che in questi ultimi cinquant’anni si è dovuta registrare una tragica convergenza ecclesiale verso il relativismo religioso di segno massonico, soprattutto a partire da quell’evento, nefasto e autodistruttivo per la Chiesa e per le anime, che fu il concilio vaticano II, con le sue dichiarazioni pro ebrei e pro Islam (Nostra Aetate) e pro pubblica professione di ogni culto (Dignitatis humanae) vero o erroneo che fosse, cosa che ha spianato la strada, fra l’altro, all’islamizzazione delle nostre terre e alle moschee. Vero è che eminenti studiosi cattolici, già avversari della massoneria, per tutti i religiosi Esposito e Caprile, si sono trasformati dopo il concilio (avendone capito l’antifona!) in antesignani dell’abbraccio fra nuova religione conciliare e massoneria. Ma, nondimeno, quella triste stagione conciliare sembra oggi lentamente tramontare e, sempre più spesso, viene riproposta l’autentica e tradizionale dottrina cattolica che postula il principio che la libertà appartiene solo alla verità e non all’errore; che vera e falsa religione non possono essere poste sullo stesso piano, tanto più con riferimento al culto pubblico; che fedi come quella islamica sono pericolose, oltre che per le anime (conducendo, come tutte le false religioni, alla dannazione eterna) anche per l’ordine pubblico e per il mantenimento dell’identità stessa delle nostre terre.

2a ragione - In tutta la sua storia la Massoneria ha sempre cospirato contro i tradizionali Stati Cattolici: dalla guerra spietata alla monarchia di Francia, culminata nel doppio regicidio di Luigi XVI e di Luigi XVII, il Re fanciullo fatto perire in prigionia a soli dieci anni d’età nel 1795; dalla ghigliottina del Terrore rivoluzionario al genocidio del popolo vandeano, cattolico e schierato col suo legittimo Sovrano; alle baionette napoleoniche, fino agli eccessi anticlericali del cosiddetto risorgimento italiano, che fece tabula rasa con la violenza dei legittimi Prìncipi che governavano la Penisola, fino all’occupazione a tradimento del Regno del Sud, alla feroce guerra civile ivi scatenata contro le popolazioni rurali borboniche, costrette a divenire o briganti o emigranti, con l’esodo biblico nelle Americhe dei nostri connazionali
L’influsso mefitico della setta massonica nella storia d’Italia e d’Europa si spinge fino ai nostri giorni, in quegl’inutili, quando non dannosi, cassoni terzomondisti che sono i vari Onu (con il suo antenato rappresentato dalla Società delle Nazioni) e altri organismi internazionali, per non dire dell’eurocrazia socialista di Bruxelles, paladina delle nozze omofile, dell’egualitarismo, dell’antirazzismo strumentale per legittimare la cosiddetta “cultura” rom, della misura dei pomodori e così via.
Perché mai la Chiesa e i cattolici dovrebbero appoggiare o intrattenere rapporti di collaborazione con chi ha distrutto la Cristianità, come famiglia di Stati Cattolici, qual era fino al 1789 in Europa e nel mondo, sta portando avanti l’aggressione sistematica contro la Chiesa e ha progetti in tutto opposti e confliggenti con quelli degli autentici cattolici? Non si deve dimenticare infatti, come insegna il Magistero della Chiesa, che dalla forma data a una società o ad uno Stato, consona o no ai princìpi cristiani, può dipendere la salvezza delle anime. In una parola, era perfettamente logico che le anime si salvassero più facilmentee sotto il paterno governo della Serenissima (distrutta da Napoleone, dai massoni e dall’imbelle contegno di certi governanti veneziani) o dell’Imperial-Regio Governo d’Austria, che non sotto l’anticlericalismo militante e morboso, diffusore di ogni germe d’immoralità, del risorgimento o di questa stessa repubblica democratica, che pochi giorni fa, in forza del decreto di un tribunale e grazie alla complicità di medici e politicastri dello schieramento anticattolico, ha consegnato alla morte una giovane disabile in quel di Udine.

Ecco dunque il perché di tante condanne inflitte dalla Chiesa ai massoni e il loro perdurante valore. Giacché sono in gioco questioni che afferiscono alla salveza delle anime, essendo questa, la legge suprema della Chiesa (“lex suprema Ecclesiae, salus animarum”). Naturalmente l’augurio e la preghiera che, come cattolici, dobbiamo e vogliamo rivolgere è quello alla conversione, nostra e di tutti, ma dei massoni in particolare. Ora, finché ancora hanno tempo, giacché verrà il giorno in cui dovranno comparire al Supremo Tribunale di Dio per esservi giudicati. Ed “è terribile cadere nelle mani del Dio vivente” (Eb. 10, 31). Perso Dio, infatti, perso tutto. “Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua?” (Lc. 9, 25).

Maurizio-G. Ruggiero


Verona, 11 febbraio 2009

venerdì 6 febbraio 2009

Don Canuto Toso e la moschea a Treviso

In un precedente post ho riportato il pensiero dell'attuale maestro venerabile della loggia "Primavera", in merito alla richiesta dei musulmani di poter istituire una moschea a Treviso. Don Canuto Toso, sacerdote della diocesi di Treviso e conoscitore dei flussi migratori, dopo aver letto quanto affermato dal maestro massone, mi ha scritto quanto segue:
...Ho appena letto un riferimento in merito, fatto dal Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Mariano Crociata, in una conferenza stampa, alla conclusione del Consiglio Permanente. "La libertà religiosa è tra i diritti fondamentali da assicurare a tutti, quindi anche agli immigrati che sono risiedono in Italia... Il diritto di poter professare il proprio culto, nel rispetto delle forme previste dal nostro ordinamento democratico e costituzionale... Tuttavia che gli interventi richiesti e acquisiti siano proporzionati alle esigenze quantitative e qualitative riscontrate dalla comunità dei richiedenti".
Riguardo allo specifico di Treviso mi sembra che i richiedenti siano stati pressoché ostacolati nel reperirere un locale, sia pur provvisorio, per pregare e concludere il Ramadan... Sta in questo la mancanza di rispetto della suddetta libertà religiosa. Mancanza sembra motivata dal timore di un presunto utilizzo ideologico-politico degli incontri. Conoscendo i dirigenti dell'Associazione Culturale islamica che ha sede a Treviso, ritengo sia al fine importante dialogare con loro evitando le esclusioni aprioristicamente intolleranti. Dando legittima facoltà di usare una struttura, o di costruirla, al fine di culto si ha modo di educarli ad una integrazione che contribuisca:
1. ad una convivenza pacifica fra le differenti e rispettive culture religiose presenti nella Marca trevigiana mediante l'immigrazione;
2. e quindi ad una reciprocità, cioè perché facciano altrettanto nei loro Stati di provenienza (Paesi magrebini, Egitto, ecc.) nei confronti dei cristiani quivi residenti, cui purtroppo non è concesso di esercitare il loro culto e tanto meno di diventare cristiani...
Questo, in sintesi, il mio pensiero.
don Canuto Toso
Treviso, 6 febbraio 2009

giovedì 5 febbraio 2009

LIBRO: I MASSONI A TREVISO



Giovedì 19 febbraio 2009 - alle ore 17.45
presso la sala della Biblioteca comunale
"Pacifico Guidolin"
di Castelfranco Veneto in vicolo dell'Abaco
si svolgerà la presentazione del volume:

Quale primavera
per i figli della Vedova?

Treviso vista e vissuta dai massoni
di una loggia del Grande Oriente d'Italia

di Carlo Silvano

Interventi:

prof.ssa Maria Teresa Gomierato
(sindaco di Castelfranco Veneto)

prof. Armando Fiscon
(editore)

dott. Dario Paoletti
(Gran Loggia d'Italia)

sarà presente l'Autore

A Castelfranco Veneto è possibile reperire il volume presso la
libreria Costeniero in piazza Giorgione 55. Tel. 0423 720027.
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Carlo SILVANO, "Quale primavera per i figli della Vedova. Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia", postfazione di Giovanni Formicola, Ogm editore, dicembre 2008, pp. 104, euro 10, isbn 978 88 95500 04 1. Il volume è distribuito dalla Tredieci di Villorba (tel. 0422 440031).