Cosa pensi della massoneria?

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lunedì 23 marzo 2009

Il Piave

Anche su questo giornale è possibile leggere un articolo-intervista dedicato al libro "Quale primavera per i figli della vedova?". Ecco l'indirizzo:
http://www.ilpiave.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6821&mode=&order=0&thold=0

sabato 7 marzo 2009

Treviso: quale futuro si prospetta per i massoni?


Lo scorso 3 marzo, nei pressi di Porta Santi Quaranta a Treviso, ho avuto un colloquio con un massone che mi ha rilasciato l'intervista che segue.

Mi può dire l'anno della sua entrata in massoneria?
Sono entrato 1988 nella loggia “Paolo Sarpi”, n. 77, del Grande Oriente d’Italia.

Come ha conosciuto la Libera Muratoria?
Per dodici anni ho studiato in una Scuola di Gesuiti, e lì ho avuto i primi accenni, certamente negativi, della Libera Muratoria. Dopo, però, mi sono interessato a temi di antropologia e religione, e ho letto libri riguardanti le scuole iniziatiche antiche della massoneria.

Perché ha deciso di aderire alla massoneria?
Mi sono avvicinato perché invitato da un amico massone, e ho deciso di chiedere la mia Iniziazione nel 1988. Le motivazioni sono inerenti all’interesse di appartenere a un gruppo di ricerca che propone una strada per il miglioramento dell’uomo in ambiente laico, dove sono colonne portanti i concetti di Libertà, Uguaglianza e Fraternità, lontano da dogmi e religioni con delle “verità” assolute.
Secondo lei, a Treviso ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti dei massoni?
Credo che a Treviso, come in tutta Italia, c'è molta ignoranza e pregiudizio sul tema massonico.
In base alle sue conoscenze, qual è la loggia massonica più antica presente a Treviso e ancora operante?
La loggia più antica è la “Paolo Sarpi” del Grande Oriente di Italia.

Conosce la data di fondazione di questa loggia?
So che a Treviso la loggia “Paolo Sarpi” era già funzionante nel 1906.

Secondo lei, a Treviso la massoneria può avere un futuro, oppure è destinata a rimanere un'organizzazione riservata a poche persone?
La massoneria come Ordine Iniziatico Tradizionale Esoterico è necessariamente un’Istituzione riservata, destinata a chi possiede delle qualità per entrare nell’Obbedienza. Questo significa, a mio modo di vedere, che più che il numero, noi dobbiamo cercare la persona adatta a essere iniziata, e a volte, anche con tutte le precauzioni nella scelta, si sbaglia. La massoneria non è né un Lions, né un Rotary. Purtroppo, però, ci sono fratelli che, anche onestamente, sbagliano su questi concetti. Il futuro della massoneria non si deve valutare per il numero o l’importanza sociale dei suoi membri, né, molto meno, per avere un potere politico o economico. La massoneria non deve agire fuori da suoi limiti di Ordine Iniziatico, ma sarà l’uomo massone che, agendo secondo valori etici, potrà fare politica o altro, senza però usare l’Istituzione per arrivare a realizzare i propri interessi. Ogni volta che questo principio è dimenticato si tradiscono i nostri giuramenti. Personalmente ho qualche preconcetto - chissà se sbaglio - sulle logge con decine e decine di affiliati, ed ancora di più se una loggia cerca, particolarmente per la sua “lista”, personaggi “importanti in ambito sociale o politico”, più che persone culturalmente aperte, oneste e libere da interessi profani. Su questo argomento invito a vedere il problema della P2.

Oltre alle due logge del GOI, alla loggia "Keystone" e alle cinque officine affiliate al Gran Loggia d'Italia, le risulta che a Treviso e provincia ci siano altre organizzazioni o gruppi di massoni che hanno altri riferimenti?
Non c'è nessuna protezione al “marchio massoneria” e chiunque può formare un club e chiamarlo loggia massonica; di questa realtà credo ci siano diversi gruppi in Italia. Però non si deve dimenticare che sette fratelli regolarmente iniziati, dei quali cinque maestri, possono formare una loggia regolare. Certamente non è per niente frequente questa eventualità, però non è impossibile.
Quali sono, a suo avviso, i principali punti che il Grande Oriente d'Italia ha in comune con la Gran Loggia Regolare d'Italia, e quali, invece, le principali differenze tra queste due Obbedienze?
Il punto in comune è che ambedue sono Obbedienze Regolari, anche se non si riconoscono mutuamente. Significa che i fratelli del GOI e quelli della GLRI sono fratelli massoni separati per motivi inerenti a vecchi conflitti, ma non per la qualità iniziatica.
Le differenze sono tante:
a) il GOI ha una storia secolare ed un numero di affiliati molto superiore; l’origine della GLR d'Italia è stata un trauma per la stabilità del GOI, creandosi uno scisma purtroppo ancora vitale.
b) Senza entrare nei particolari posso dire che ci sono differenze nelle modalità rituali durante i lavori; ciò non crea alcun problema in quanto nella massoneria ci sono diverse varianti della ritualità che non modificano la struttura basilare dei lavori esoterici.
c) Altra differenza è che il GOI non ha il riconoscimento della GLR d'Inghilterra mentre la GLR d'Italia sì. Il problema si pone per quelli che considerano la Gran Loggia Unita d’Inghilterra come una specie di “loggia madre”. Per me non esiste questa condizione: tutte le Obbedienze sono uguali, senza con questo volere sminuire l'importanza storica della Gran Loggia d’Inghilterra.
Forse, un’altra differenza tra loro due, è che il GOI, date le sue dimensioni, è soggetto a vari problemi nella gestione del governo dell'Ordine, come risulta evidente da notizie di pubblica conoscenza, anche se, in base alla mia esperienza, noto che questo è un problema frequente in tante massonerie, come in tante – aggiungo - organizzazioni sia sacre che profane, direi che sono parte del nostro “genoma” latino. [a cura di Carlo Silvano, carlo.silvano@poste.it]

lunedì 2 marzo 2009

OTTO LOGGE DI MURATORI NELLA MARCA DEI MASSONI

di Lieta Zanatta

Nel trevigiano 200 affiliati, soprattutto liberi professionisti: avvocati e medici.
I loro nomi depositati in Questura, come vuole la legge Spadolini,
ma quasi nessuno esce allo scoperto. Per la prima volta un ritratto completo




Napoleone Buonaparte, George Washington, Nietzsche, Beethoven, Mozart, Voltaire, Vittorio Alfieri, Giosuè Carducci, Garibaldi e Mazzini, Francesco Crispi, Henry Ford, Totò, Salvador Allende. Tutti con un particolare in comune. Quale? Erano massoni. Come i quasi quarantamila oggi esistenti in Italia e i quasi duecento nella sola provincia di Treviso, appartenenti a ben otto Logge.
Una curiosità venuta alla luce con la pubblicazione “Quale Primavera per i Figli della Vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia” (ed. Ogm) di Carlo Silvano, sociologo napoletano da dieci anni trapiantato nel trevigiano. «Il lavoro che ho svolto - spiega il sociologo - è consistito nel capire gli stili di vita dei massoni, i loro valori, come vivono inseriti nella società trevigiana, cosa pensano di temi come il testamento biologico, il mobbing, la famiglia e l'aborto, la costruzione di moschee nel territorio, i rapporti con la magistratura».


Silvano ha sentito diversi massoni ma nel libro ha riportato le sole interviste a tre maestri venerabili, succedutisi nella Loggia “Primavera”, di cui uno, il notaio Paolo Palvo, è nota l'identità per sua espressa volontà. «Gli altri due hanno preferito restare nell'anonimato: secondo loro la scarsa conoscenza sulla materia Massoneria e i problemi scaturiti dalla Loggia deviata P2, potrebbero esporre i familiari a pregiudizi di sorta». Delle otto logge presenti nel trevigiano, due, “Paolo Sarpi” e “Primavera” appartengono al “Grande Oriente d'Italia”, con tempio per i rituali a Silea, 70 fratelli e nessuna donna ammessa. Cinque logge dipendono dalla “Gran Loggia d'Italia”, con un centinaio di affiliati tra cui alcune donne che si incontrano nel tempio di Castagnole. L'ottava loggia “Keystone”, dipende dalla “Obbedienza Gran Loggia Regolare d'Italia”, 18 fratelli aderenti che si ritrovano a Roncade. Una netta prevalenza di liberi professionisti, soprattutto avvocati e medici, ma anche impiegati e operai, come un lavoratore, laureato, della Costa d'Avorio.
«GLI INTERVISTATI – riprende Silvano - affermano che il motivo per cui sono entrati in una Loggia è perché essa è una scuola di vita, si ispira a valori come la libertà di pensiero, l'uguaglianza e la solidarietà tra gli uomini. Confrontano le loro visioni ed esperienze “laicamente”, dicono senza influenze religiose e politiche». Una ricerca non semplice vista l'abitudine al silenzio. I “Figli della Vedova” sono molto riservati, non è detto si conoscano fra logge diverse, e le liste degli aderenti sono depositate in Questura, visto che la “legge Spadolini” scritta dopo il caso P2 nel 1982, vieta le associazioni segrete, in contrasto con l'articolo 18 della Costituzione Italiana. «Alcuni, come Dario Paoletti (della Gran Loggia d'Italia), non hanno problemi ad intervenire pubblicamente per far conoscere il loro pensiero. Devono essere loro a farsi conoscere meglio partecipando e intervenendo ai dibattiti pubblici, utilizzando anche i media locali per esprimere la propria opinione sui problemi contingenti della comunità, e firmandosi come massoni».
[“Il Treviso”, 2 marzo 2009, pag. 23]