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lunedì 20 aprile 2009

Prostituzione: un massone e un prete si confrontano

Nel libro "Quale Primavera per i figli della Vedova?" riporto il parere di un massone e di un prete (don Piergiorgio Morlin, parroco a Mazzocco di Mogliano Veneto) sul problema della prostituzione.

La prostituzione - ho chiesto al massone - non è un fenomeno che riguarda solo le immigrate di colore: anche le italiane si vendono. A una tariffa certamente diversa dalle immigrate, ma si vendono. È pensabile un’eventuale legalizzazione delle cosiddette “case di tolleranza”?

Per rispondere alla sua domanda ribadisco che la prostituzione, se praticata quale libera e consapevole scelta, non è un reato. Gli atti osceni in luogo pubblico costituiscono invece un reato. Non sono in grado di prevedere le ripercussioni che potrebbero verificarsi con l’apertura delle case di tolleranza. È noto che in certi quartieri delle grandi città la gente vive sotto assedio e di notte, dopo una certa ora, non può praticamente uscire di casa perché droga e prostituzione la fanno da padrone. Anche a Treviso questo fenomeno, con il passare del tempo, si avvia a diventare una vera e propria emergenza sociale. Se questo disagio sociale potesse venire anche parzialmente risolto, al di là di ogni ipocrisia, ben venga la riapertura delle case chiuse! Lo “status quo” che perdura da lustri, ha dimostrato che la situazione è andata via via peggiorando e dunque un atteggiamento delle istituzioni inerte e privo di iniziative adeguate è comunque colpevole.
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Sul fenomeno della prostituzione è da registrare l’amaro sfogo di don Morlin, che afferma: “È noto che il fenomeno della prostituzione è vecchio come il mondo. I discorsi sono sempre quelli. Non c’è molto da aggiungere. Io mi pongo il problema più da un punto di vista educativo-culturale-etico che della sicurezza sociale che spetta all’autorità governativa. La soluzione amministrativa, però, qualunque essa sia, non ha alcuna efficacia se non parte da alcuni valori di ondo condivisi: dignità, cultura, coscienza etica, ecc... Oggi, in realtà, c’è uno spaventoso lassismo etico non solo sul piano sessuale ma anche sul piano civile della legalità. Lo slogan “tolleranza ero” proclamato dagli attuali governanti contro le prostitute, i clandestini e i poveri cristi si spreca a tutti i livelli del governo del Paese. Perché in Italia non viene proclamata la stessa “tolleranza zero” nei confronti dei potenti che fanno i furbi, che legalizzano il “falso in bilancio”, che fanno leggi apposite per sfuggire alla giustizia, che insultano turpemente magistrati e vversari politici, che sono proprietari del 70% del sistema informativo italiano, che fanno eleggere al Parlamento italiano mafiosi, inquisiti e corrotti?... Comunque, per quanto riguarda il fenomeno della prostituzione, sono nettamente contrario alle cosiddette case di tolleranza”.

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