Cosa pensi della massoneria?

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martedì 21 aprile 2009

Siamo tutti alla ricerca di Dio

Ho iniziato a raccogliere il materiale per un nuovo libro dedicato alla Massoneria presente a Treviso, e recentemente ho intervistato un massone del Grande Oriente d'Italia, focalizzando l'attenzione su Dio e sul rapporto tra uomo e Dio. Pur non condividendo il contenuto di certe risposte, riporto fedelmente quanto mi è stato riferito, convinto che quanto emerge dall'intervista offre numerosi spunti per la riflessione personale anche ai cattolici. Ecco la bozza dell'intervista.
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Secondo lei, qual è il disegno che Dio ha per ogni singolo uomo?
Devo preliminarmente precisare che, da un punto di vista ontologico, per me Dio è il Grande Architetto dell’Universo e che personalmente non mi riconosco in nessuna religione. Se questa è una visione relativista… ebbene, allora sono un relativista! Devo dire, inoltre, che l’esortazione “conosci te stesso”, iscritta sul tempio dell’Oracolo di Delfi, ben riassume l’insegnamento di Socrate, in quanto la Verità è in noi stessi e non nel mondo delle apparenze. Più tardi anche Sant’Agostino affermerà: “non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la Verità”. Ma, venendo al punto, io penso che Dio non voglia tracciare un disegno, un destino per ogni singolo uomo. Perché, se così fosse, dove andrebbe a finire il libero arbitrio? Se fin dalla nascita il destino di ogni uomo fosse segnato, fin nei minimi dettagli, l’individuo, pervaso da una sorta di passiva rassegnazione, non avrebbe alcun incentivo, alcun stimolo per compiacere Dio, diventando migliore e seguendo i Suoi precetti, secondo una propria libera scelta. A mio avviso, ogni essere umano nasce e la propria esistenza viene segnata e talvolta condizionata da accadimenti che prescindono la propria volontà ma, grazie a Dio - ed è proprio il caso di dirlo -, ad esso, nella generalità dei casi, rimangono numerose ”chances” per determinare il proprio destino.

Ma nell’uomo c’è - secondo lei - il desiderio di conoscere e avvicinarsi a Dio?
Come le piante tendono verso la luce, così l’uomo è proteso alla ricerca di Dio. A mio avviso, questa condizione interiore è insita nella natura umana. Infatti, qualsiasi popolo, a prescindere dal grado di civiltà raggiunto, dal periodo storico preso in considerazione, o dal suo insediamento da un punto di vista geografico, ha sempre manifestato un propria forma di religiosità, magari legata alla propria cultura. E’ emblematico il fatto che gli ebrei pratichino la circoncisione, oppure che i musulmani non si nutrano di carne di maiale; il tutto, a mio avviso, per ragioni di natura culturale, ma anche climatica. La religiosità dell’individuo si estrinseca, tanto nel contesto di una religione monoteista, quanto nel contesto di una religione politeista, così come talune religioni, come quella cristiana, si fondano sulla trascendenza, mentre altre religioni animistiche si fondano sull’immanenza.

Si può - a suo avviso - arrivare a conoscere Dio con la sola luce della ragione?
Com’è noto la fede costituisce l’elemento imprescindibile per avvicinarsi a Dio. Allo stato, nessuno ha mai dimostrato, utilizzando metodi e protocolli scientifici vigenti, l’esistenza o la non esistenza di Dio. Sant’Agostino sosteneva che, dopo la fede, la ragione costituisce un ulteriore mezzo per conoscere Dio.

In che termini si può parlare dell’esistenza di Dio con chi non crede?
Temo che con un ateo sia difficile e, forse, inutile parlare dell’esistenza di Dio.

Ma Dio - secondo lei - perché ha creato l’uomo?
Se facciamo un ragionamento partendo dall’Antico Testamento, allora la risposta è alquanto scontata. Infatti, ogni religione fornisce ai propri adepti delle risposte ben precise nel merito. Se allarghiamo il nostro orizzonte, da un punto di vista speculativo, la ragione della nostra esistenza non trova, allo stato, risposte certe e convincenti. Il mio personale convincimento è che l’uomo è una piccola, infinitesimale parte integrante del creato, al pari di tutto ciò che compone l’universo. Ritengo che l’umanità abbia perso l’antica certezza di avere un ruolo predominante all’interno dell’universo, ne consegue dunque che è ragionevole abbandonare una visione geocentrica dell’uomo, mi si passi il termine inappropriato, per approdare ad una più consona visione eliocentrica.

In quali modi, secondo lei, Dio si rivela a quanti credono in Lui?
Il modo con il quale Dio si rivela è sotto gli occhi di tutti, o, meglio, “di chi sa vedere”. L’universo in cui viviamo è lo specchio dell’infinito, la testimonianza più evidente dell’esistenza di Dio. In questo senso, mi sento vicino alla filosofia di Giordano Bruno, il quale riconosceva Dio in ogni manifestazione della natura.

Cosa significa, secondo lei, credere in Dio?
Posso risponderle in questo modo: il massone non crede, come il religioso ad un Dio trascendente e personale, né come il filosofo ad un’astrazione, ma conosce Dio come Legge che regola l’equilibrio perfetto dell’Universo, prima sostanza intelligente universale che scaturisce da tutte le cose visibili ed invisibili.

Quali sono, in base alla sua esperienza personale, le caratteristiche della fede in Dio?
La fede in Dio non può estrinsecarsi soltanto nella ritualità di ogni domenica, come accade ad esempio nel caso dei cattolici. Se non vi è coerenza da parte dell’individuo nei comportamenti, nel rispetto di quei principi universali che accomunano quasi tutte le religioni, la fede rischia di diventare una vuota esternazione rituale. A tal proposito, devo dire che apprezzo quei preti, scomodi ed ingombranti per la gerarchia ecclesiastica, i quali prediligono prestare la loro attenzione ed il loro aiuto agli emarginati, a quelli che hanno smarrito la retta via, ai poveri ed, in generale, alle persone più deboli. Ritengo che questo atteggiamento li avvicini a Dio, rendendo il loro agire coerente con il Vangelo, molto più di certi prelati che, come si suol dire, “predicano bene e razzolano male”.

Secondo lei, la fede dev’essere solo un atto personale oppure deve anche esprimersi come atto comunitario?
Non vi è contraddizione tra una cosa e l’altra. Ci sono delle circostanze in cui l’uomo preferisce onorare Dio in un rapporto di intimità e quindi di incontro individuale. In altri momenti, quando prevale il desiderio di manifestare la propria fede e la propria appartenenza, l’individuo privilegia momenti comunitari, che trovano espressione nella ritualità della Santa Messa o, più in generale, nella liturgia.

Sono importanti, secondo lei, le formule della fede?
Le formule della fede, costituite dalla liturgia e dai riti, che rappresentano l’aspetto exoterico di ogni religione, rivestono una certa importanza. In ultima analisi, ciò che più conta non è la formula, cioè il mezzo, bensì il fine, l’incontro con Dio.

E’ possibile, secondo lei, fidarsi sempre di Dio?
Il termine fidarsi si attaglia più al rapporto tra esseri umani che tra gli stessi ed il loro Creatore. Se Dio è Legge ed Amore, allora sentimenti come fiducia o sfiducia non hanno ragione di esistere.

Lei prega? In quali occasioni?
Se per preghiera si intende la recitazione di un testo convenzionale indirizzato a Dio, allora la mia risposta è che io non prego. Non passa giorno, però, senza che il mio pensiero vada a Dio, tanto nei momenti tristi, quanto in quelli lieti. (a cura di Carlo Silvano)

1 commento:

Sabe ha detto...

Le strade per giungere a Dio sono infinite..Anche l'agnostico, con la sua sospensione di giudizio, in fondo se parte dal motto conosci te stesso e guarda con occhi nuovi il microcosmo,riuscirà ad uscire dall'impasse che lo tiene fermo e, con nuovo slancio, intraprenderà la via del mito ,del simbolo e del godimento della natura come manifestazione di armonia e di perfezione del Logos ,del Demiurgo di Dio trascendente.
La fiosofia sottesa alla massoneria e l'ermetismo sono strade che portano al trascendente,ad un'etica universale e ad una conoscenza piu profonda del cristianesimo delle origini.Anche nella chiesa cattolica esiste una corrente spirituale parallela e spesso coincidente che si concretizza in uomini carismatici ma scomodi penso a Turoldo e a molti altri ;ricordo per esempio agli animatori della rivista Nigrizia.
Per me la ricerca è nata da un vuoto personale e dall'incontro con gli amici di fb che mi hanno dato imput a ricercare il volto della massoneria teorica (Goi e GLDI.) a leggere ad ascoltare musica, ad ad approfondire l’arte.
La Chiesa come istituzione, era muta per il mio bisogno individuale di fraternità,intelligenza,spiritualità e universalità.Credocomunque che.la strada della scelta è un percorso aperto di confronto fecondo e verifica continuo soprattuto partendo dalle persone concrete che operano nel mondo.in base al loro credo..