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sabato 22 agosto 2009

Una reclusione che rispetti la dignità del detenuto

Altra riflessione - che pubblico solo in parte - sul tema del carcere. A scriverla è un massone che - nel biennio 2005 e 2006 - è stato Maestro venerabile della loggia "Primavera" di Treviso. La versione integrale di questa riflessione sarà proposta nel libro-intervista a don Pietro Zardo.

La mia conoscenza del sistema carcerario italiano è quella di un comune cittadino che trae informazioni sull’argomento dagli organi di stampa e dalla televisione. Da quanto è a mia conoscenza, la situazione di inadeguatezza del sistema e delle strutture carcerarie non è dissimile da carcere a carcere. Fatta eccezione per le strutture che ospitano detenuti particolari, quali i mafiosi, sottoposti alle restrizioni previste dall’art. 41 bis dell’Ordinamento carcerario, mi risulta che tutte le case circondariali del Paese siano caratterizzate da sovraffollamento di detenuti, con tutte le implicazioni e le problematiche che queste situazioni inevitabilmente generano. Al sovraffollamento si aggiunge, inoltre, una totale mancanza di opportunità di riabilitazione per i detenuti, in assenza della quale rimane soltanto la rassegnazione e la disperazione.
Non dobbiamo dimenticare che le disposizioni di legge vigenti in materia, non contemplano il carcere alla stregua di un luogo all’interno del quale il detenuto venga sottoposto ad una sorta di vendetta da parte dello Stato; bensì una struttura ed un “sistema” all’interno del quale chi ha commesso un reato debba certamente scontare la pena inflittagli dal giudice di merito, ma nel contempo abbia la concreta possibilità di ravvedersi e di riabilitarsi. Purtroppo questa situazione di inadeguatezza, cui ho fatto cenno, perdura da tanti, troppi anni e non trova soluzione soprattutto perché “la politica” non ha la volontà né di trovare nuove soluzioni, né di rendere effettivamente applicabili le norme esistenti. Talvolta appare in televisione il parlamentare di questo o di quello schieramento politico, il quale in buona fede, ma io ritengo invece con una buona dose di ipocrisia, si indigna per la situazione delle carceri in Italia.
La cruda realtà è che, da un punto di vista politico, il problema delle carceri non interessa nessun partito, anzi, il volerlo affrontare, diventa controproducente sul piano elettorale, perché va contro “ il comune sentire” della stragrande maggioranza dei cittadini.[continua]

C.M.
loggia “Primavera” di Treviso
affiliata al Grande Oriente d'Italia

2 commenti:

blasblog ha detto...

trovo interessante il tuo lavoro in questo blog, il quale
propone temi stimolanti a porfonde riflessioni, sia in merito dei sistemi carcerari e di recupero ; ma mi vengono in mente anche in "centri di prima accoglienza" ed l'impelente volontà d'istituire il reatto di clandestinità ...
quando si dice "Uomo libero e di buoni costumi"
saluti
Blas

Carlo Silvano ha detto...

Grazie per il tuo intervento. Il dramma dei clandestini non può essere risolto con i "respingimenti" perché in questo modo si condannano - soprattutto - donne e bambini a una morte certa. Perché queste persone scappano dal proprio Paese di origine? Le risorse minerarie e le altre ricchezze naturali che provengono dall'Africa e ci garantiscono il benessere, sono adeguatamente pagati? E i soldi - ad esempio come quelli dati per il petrolio nigeriano - vengono utilizzati a favore delle popolazioni locali? Oppure servono a pochi individui che sono al potere e detengono il potere con le armi acquistate nei Paesi occidentali? E' attorno a questi interrogativi, secondo me, che si può trovare una risposta e una soluzione ai problemi di una larga fetta di "clandestini". E' anche vero, comunque, che molti - come certi nordafricani - si imbarcano sui gommoni per sfuggire alla giustizia nel proprio Paese.