Anche su questo giornale è possibile leggere un articolo-intervista dedicato al libro "Quale primavera per i figli della vedova?". Ecco l'indirizzo:
http://www.ilpiave.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6821&mode=&order=0&thold=0
lunedì 23 marzo 2009
sabato 7 marzo 2009
Treviso: quale futuro si prospetta per i massoni?
Lo scorso 3 marzo, nei pressi di Porta Santi Quaranta a Treviso, ho avuto un colloquio con un massone che mi ha rilasciato l'intervista che segue.
Mi può dire l'anno della sua entrata in massoneria?
Sono entrato 1988 nella loggia “Paolo Sarpi”, n. 77, del Grande Oriente d’Italia.
Come ha conosciuto la Libera Muratoria?
Per dodici anni ho studiato in una Scuola di Gesuiti, e lì ho avuto i primi accenni, certamente negativi, della Libera Muratoria. Dopo, però, mi sono interessato a temi di antropologia e religione, e ho letto libri riguardanti le scuole iniziatiche antiche della massoneria.
Perché ha deciso di aderire alla massoneria?
Mi sono avvicinato perché invitato da un amico massone, e ho deciso di chiedere la mia Iniziazione nel 1988. Le motivazioni sono inerenti all’interesse di appartenere a un gruppo di ricerca che propone una strada per il miglioramento dell’uomo in ambiente laico, dove sono colonne portanti i concetti di Libertà, Uguaglianza e Fraternità, lontano da dogmi e religioni con delle “verità” assolute.
Secondo lei, a Treviso ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti dei massoni?
Credo che a Treviso, come in tutta Italia, c'è molta ignoranza e pregiudizio sul tema massonico.
Credo che a Treviso, come in tutta Italia, c'è molta ignoranza e pregiudizio sul tema massonico.
In base alle sue conoscenze, qual è la loggia massonica più antica presente a Treviso e ancora operante?
La loggia più antica è la “Paolo Sarpi” del Grande Oriente di Italia.
La loggia più antica è la “Paolo Sarpi” del Grande Oriente di Italia.
Conosce la data di fondazione di questa loggia?
So che a Treviso la loggia “Paolo Sarpi” era già funzionante nel 1906.
Secondo lei, a Treviso la massoneria può avere un futuro, oppure è destinata a rimanere un'organizzazione riservata a poche persone?
La massoneria come Ordine Iniziatico Tradizionale Esoterico è necessariamente un’Istituzione riservata, destinata a chi possiede delle qualità per entrare nell’Obbedienza. Questo significa, a mio modo di vedere, che più che il numero, noi dobbiamo cercare la persona adatta a essere iniziata, e a volte, anche con tutte le precauzioni nella scelta, si sbaglia. La massoneria non è né un Lions, né un Rotary. Purtroppo, però, ci sono fratelli che, anche onestamente, sbagliano su questi concetti. Il futuro della massoneria non si deve valutare per il numero o l’importanza sociale dei suoi membri, né, molto meno, per avere un potere politico o economico. La massoneria non deve agire fuori da suoi limiti di Ordine Iniziatico, ma sarà l’uomo massone che, agendo secondo valori etici, potrà fare politica o altro, senza però usare l’Istituzione per arrivare a realizzare i propri interessi. Ogni volta che questo principio è dimenticato si tradiscono i nostri giuramenti. Personalmente ho qualche preconcetto - chissà se sbaglio - sulle logge con decine e decine di affiliati, ed ancora di più se una loggia cerca, particolarmente per la sua “lista”, personaggi “importanti in ambito sociale o politico”, più che persone culturalmente aperte, oneste e libere da interessi profani. Su questo argomento invito a vedere il problema della P2.
Oltre alle due logge del GOI, alla loggia "Keystone" e alle cinque officine affiliate al Gran Loggia d'Italia, le risulta che a Treviso e provincia ci siano altre organizzazioni o gruppi di massoni che hanno altri riferimenti?
Non c'è nessuna protezione al “marchio massoneria” e chiunque può formare un club e chiamarlo loggia massonica; di questa realtà credo ci siano diversi gruppi in Italia. Però non si deve dimenticare che sette fratelli regolarmente iniziati, dei quali cinque maestri, possono formare una loggia regolare. Certamente non è per niente frequente questa eventualità, però non è impossibile.
Quali sono, a suo avviso, i principali punti che il Grande Oriente d'Italia ha in comune con la Gran Loggia Regolare d'Italia, e quali, invece, le principali differenze tra queste due Obbedienze?
Il punto in comune è che ambedue sono Obbedienze Regolari, anche se non si riconoscono mutuamente. Significa che i fratelli del GOI e quelli della GLRI sono fratelli massoni separati per motivi inerenti a vecchi conflitti, ma non per la qualità iniziatica.
Le differenze sono tante:
a) il GOI ha una storia secolare ed un numero di affiliati molto superiore; l’origine della GLR d'Italia è stata un trauma per la stabilità del GOI, creandosi uno scisma purtroppo ancora vitale.
b) Senza entrare nei particolari posso dire che ci sono differenze nelle modalità rituali durante i lavori; ciò non crea alcun problema in quanto nella massoneria ci sono diverse varianti della ritualità che non modificano la struttura basilare dei lavori esoterici.
c) Altra differenza è che il GOI non ha il riconoscimento della GLR d'Inghilterra mentre la GLR d'Italia sì. Il problema si pone per quelli che considerano la Gran Loggia Unita d’Inghilterra come una specie di “loggia madre”. Per me non esiste questa condizione: tutte le Obbedienze sono uguali, senza con questo volere sminuire l'importanza storica della Gran Loggia d’Inghilterra.
Forse, un’altra differenza tra loro due, è che il GOI, date le sue dimensioni, è soggetto a vari problemi nella gestione del governo dell'Ordine, come risulta evidente da notizie di pubblica conoscenza, anche se, in base alla mia esperienza, noto che questo è un problema frequente in tante massonerie, come in tante – aggiungo - organizzazioni sia sacre che profane, direi che sono parte del nostro “genoma” latino. [a cura di Carlo Silvano, carlo.silvano@poste.it]
Il punto in comune è che ambedue sono Obbedienze Regolari, anche se non si riconoscono mutuamente. Significa che i fratelli del GOI e quelli della GLRI sono fratelli massoni separati per motivi inerenti a vecchi conflitti, ma non per la qualità iniziatica.
Le differenze sono tante:
a) il GOI ha una storia secolare ed un numero di affiliati molto superiore; l’origine della GLR d'Italia è stata un trauma per la stabilità del GOI, creandosi uno scisma purtroppo ancora vitale.
b) Senza entrare nei particolari posso dire che ci sono differenze nelle modalità rituali durante i lavori; ciò non crea alcun problema in quanto nella massoneria ci sono diverse varianti della ritualità che non modificano la struttura basilare dei lavori esoterici.
c) Altra differenza è che il GOI non ha il riconoscimento della GLR d'Inghilterra mentre la GLR d'Italia sì. Il problema si pone per quelli che considerano la Gran Loggia Unita d’Inghilterra come una specie di “loggia madre”. Per me non esiste questa condizione: tutte le Obbedienze sono uguali, senza con questo volere sminuire l'importanza storica della Gran Loggia d’Inghilterra.
Forse, un’altra differenza tra loro due, è che il GOI, date le sue dimensioni, è soggetto a vari problemi nella gestione del governo dell'Ordine, come risulta evidente da notizie di pubblica conoscenza, anche se, in base alla mia esperienza, noto che questo è un problema frequente in tante massonerie, come in tante – aggiungo - organizzazioni sia sacre che profane, direi che sono parte del nostro “genoma” latino. [a cura di Carlo Silvano, carlo.silvano@poste.it]
lunedì 2 marzo 2009
OTTO LOGGE DI MURATORI NELLA MARCA DEI MASSONI
di Lieta Zanatta
Nel trevigiano 200 affiliati, soprattutto liberi professionisti: avvocati e medici.
I loro nomi depositati in Questura, come vuole la legge Spadolini,
ma quasi nessuno esce allo scoperto. Per la prima volta un ritratto completo
Napoleone Buonaparte, George Washington, Nietzsche, Beethoven, Mozart, Voltaire, Vittorio Alfieri, Giosuè Carducci, Garibaldi e Mazzini, Francesco Crispi, Henry Ford, Totò, Salvador Allende. Tutti con un particolare in comune. Quale? Erano massoni. Come i quasi quarantamila oggi esistenti in Italia e i quasi duecento nella sola provincia di Treviso, appartenenti a ben otto Logge.
Una curiosità venuta alla luce con la pubblicazione “Quale Primavera per i Figli della Vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia” (ed. Ogm) di Carlo Silvano, sociologo napoletano da dieci anni trapiantato nel trevigiano. «Il lavoro che ho svolto - spiega il sociologo - è consistito nel capire gli stili di vita dei massoni, i loro valori, come vivono inseriti nella società trevigiana, cosa pensano di temi come il testamento biologico, il mobbing, la famiglia e l'aborto, la costruzione di moschee nel territorio, i rapporti con la magistratura».
Silvano ha sentito diversi massoni ma nel libro ha riportato le sole interviste a tre maestri venerabili, succedutisi nella Loggia “Primavera”, di cui uno, il notaio Paolo Palvo, è nota l'identità per sua espressa volontà. «Gli altri due hanno preferito restare nell'anonimato: secondo loro la scarsa conoscenza sulla materia Massoneria e i problemi scaturiti dalla Loggia deviata P2, potrebbero esporre i familiari a pregiudizi di sorta». Delle otto logge presenti nel trevigiano, due, “Paolo Sarpi” e “Primavera” appartengono al “Grande Oriente d'Italia”, con tempio per i rituali a Silea, 70 fratelli e nessuna donna ammessa. Cinque logge dipendono dalla “Gran Loggia d'Italia”, con un centinaio di affiliati tra cui alcune donne che si incontrano nel tempio di Castagnole. L'ottava loggia “Keystone”, dipende dalla “Obbedienza Gran Loggia Regolare d'Italia”, 18 fratelli aderenti che si ritrovano a Roncade. Una netta prevalenza di liberi professionisti, soprattutto avvocati e medici, ma anche impiegati e operai, come un lavoratore, laureato, della Costa d'Avorio.
«GLI INTERVISTATI – riprende Silvano - affermano che il motivo per cui sono entrati in una Loggia è perché essa è una scuola di vita, si ispira a valori come la libertà di pensiero, l'uguaglianza e la solidarietà tra gli uomini. Confrontano le loro visioni ed esperienze “laicamente”, dicono senza influenze religiose e politiche». Una ricerca non semplice vista l'abitudine al silenzio. I “Figli della Vedova” sono molto riservati, non è detto si conoscano fra logge diverse, e le liste degli aderenti sono depositate in Questura, visto che la “legge Spadolini” scritta dopo il caso P2 nel 1982, vieta le associazioni segrete, in contrasto con l'articolo 18 della Costituzione Italiana. «Alcuni, come Dario Paoletti (della Gran Loggia d'Italia), non hanno problemi ad intervenire pubblicamente per far conoscere il loro pensiero. Devono essere loro a farsi conoscere meglio partecipando e intervenendo ai dibattiti pubblici, utilizzando anche i media locali per esprimere la propria opinione sui problemi contingenti della comunità, e firmandosi come massoni».
[“Il Treviso”, 2 marzo 2009, pag. 23]
«GLI INTERVISTATI – riprende Silvano - affermano che il motivo per cui sono entrati in una Loggia è perché essa è una scuola di vita, si ispira a valori come la libertà di pensiero, l'uguaglianza e la solidarietà tra gli uomini. Confrontano le loro visioni ed esperienze “laicamente”, dicono senza influenze religiose e politiche». Una ricerca non semplice vista l'abitudine al silenzio. I “Figli della Vedova” sono molto riservati, non è detto si conoscano fra logge diverse, e le liste degli aderenti sono depositate in Questura, visto che la “legge Spadolini” scritta dopo il caso P2 nel 1982, vieta le associazioni segrete, in contrasto con l'articolo 18 della Costituzione Italiana. «Alcuni, come Dario Paoletti (della Gran Loggia d'Italia), non hanno problemi ad intervenire pubblicamente per far conoscere il loro pensiero. Devono essere loro a farsi conoscere meglio partecipando e intervenendo ai dibattiti pubblici, utilizzando anche i media locali per esprimere la propria opinione sui problemi contingenti della comunità, e firmandosi come massoni».
[“Il Treviso”, 2 marzo 2009, pag. 23]
venerdì 27 febbraio 2009
Non siamo un'associazione segreta. Un massone si racconta
Da Daniele Quarello - giornalista che scrive per la "Tribuna" di Treviso - ricevo l'articolo che segue. Quarello, in occasione della presentazione del libro, ha intervistato Dario Paoletti.
TREVISO. Eliminare quel velo di mistero e di segretezza con cui la massoneria è sempre stata avvolta. Questo lo scopo dell’incontro tenutosi giovedì 19 febbraio alle 18,30 nella sala “Pacifico Guidolin” della Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Carlo Silvano, intitolato "Quale primavera per i figli della Vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia”. Un volume uscito lo scorso dicembre che raccoglie alcune interviste fatte ai maestri, che si sono succeduti alla guida della loggia “Primavera” di Treviso affiliata al Grande Oriente d'Italia, tra cui il notaio Paolo Valvo. Un volume in cui i massoni parlano della loro associazione, ma anche di temi di scottante attualità (immigrazione, prostituzione, aborto, mobbing etc.). Di notevole interesse, poi, il tentativo da parte dell’autore, Carlo Silvano, di svelare al mondo quest'organizzazione.
TREVISO. Eliminare quel velo di mistero e di segretezza con cui la massoneria è sempre stata avvolta. Questo lo scopo dell’incontro tenutosi giovedì 19 febbraio alle 18,30 nella sala “Pacifico Guidolin” della Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Carlo Silvano, intitolato "Quale primavera per i figli della Vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia”. Un volume uscito lo scorso dicembre che raccoglie alcune interviste fatte ai maestri, che si sono succeduti alla guida della loggia “Primavera” di Treviso affiliata al Grande Oriente d'Italia, tra cui il notaio Paolo Valvo. Un volume in cui i massoni parlano della loro associazione, ma anche di temi di scottante attualità (immigrazione, prostituzione, aborto, mobbing etc.). Di notevole interesse, poi, il tentativo da parte dell’autore, Carlo Silvano, di svelare al mondo quest'organizzazione.
A sx Dario Paoletti (loggia "dei Trecento" affiliata alla Gran Loggia d'Italia), a dx Carlo Silvano
In occasione della presentazione del libro è intervenuto anche Dario Paoletti, massone della loggia “Dei Trecento”, affiliata alla Gran Loggia d’Italia. «Sono qui a parlare a titolo personale - ha detto Paoletti - per chiarire alcuni aspetti riguardanti la massoneria. La mia presenza qui dimostra che non siamo nascosti. La nostra non è un’associazione segreta. Le associazioni segrete sono illegali in Italia. I nomi degli associati sono depositati. Quello che ci contraddistingue è il fatto di agire nella riservatezza, ovvero di condurre le nostre attività in maniera riservata. Attività rivolte prevalentemente alla beneficenza, che non hanno nulla a che fare con la segretezza o con il complotto. Queste cose sono stati i giornalisti a volerle vedere per creare degli scandali. La massoneria non ha nessun segreto». E Paoletti si spinge anche oltre. «Il caso della loggia P2 - aggiunge - è stato un bluff giornalistico. Era una questione tutta interna alla massoneria. Quella loggia era stata creata per dare supporto a tutti i fratelli che per motivi di lavoro vivevano a Roma. Licio Gelli, però, sbagliò facendo entrare nella loggia non come di consueto 30/40 persone, ma più di mille. Una mossa per la quale deve considerarsi deviato, ovvero fuori dalla massoneria. Ma come la commissione d’inchiesta guidata da Tina Anselmi ha giustamente concluso non c’era da parte di questa loggia alcuna intenzione di sovvertire l’ordine dello stato». Nessun complotto quindi. Solamente filantropia e beneficenza. «Ogni massone - dice Paoletti - intraprende un percorso iniziatico che culmina con l’illuminazione. Dal momento che questo è un percorso interiore, non può essere codificato né comunicato. Questo è il nostro unico segreto, un’esperienza non comunicabile. La massoneria non è una filosofia né una religione. Non esiste in linea di principio una inconciliabilità tra cristianesimo e massoneria. Noi massoni crediamo nell’esistenza di un unico Dio creatore, che chiamiamo il “Grande Architetto”, e nei valori di libertà, uguaglianza e fratellanza». (Daniele Quarello)
venerdì 20 febbraio 2009
considerazioni sull'incontro di Castelfranco Veneto
Da un massone della loggia "Primavera" di Treviso, che ha assistito alla presentazione del mio libro svoltasi a Castelfranco Veneto, ho ricevuto il messaggio che "incollo" in questo post.
[...] condivido gran parte di quanto ha detto il fratello Dario Paoletti, soprattutto sulla parte attinente i valori. Sulla questione della P2 è stato, a mio avviso, abbastanza ondivago. Dapprima ha cercato di giustificare semplicisticamente il fenomeno, per poi lavarsene le mani dicendo che tutto questo riguardava il G.O.I: in realtà la deviazione della P2 è stata un fenomeno da non sottovalutare, che deve pesare sulla comunità massonica da un punto di vista morale. Dobbiamo sentirci responsabili, noi del G.O.I., per quanto accadde, anche se, sul piano penale, come ben sai e com'è giusto che sia, le colpe vengono ascritte alle persone che hanno commesso un reato. Penso però che la vicenda della P2 vada archiviata e consegnata alla Storia, così come sono stati archiviati e storicizzati i tempi bui della sacra Inquisizione. Pur non dimenticando gli errori del passato, che devono essere un monito, è ora di guardare avanti.
Intervento del prof. Armando Fiscon
Alla presentazione del libro "Quale primavera per i figli della vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia", svoltasi il 19 febbraio a Castelfranco Veneto, dopo il saluto del sindaco, Maria Teresa Gomierato, è intervenuto il prof. Armando Fiscon. Qui di seguito pubblico il suo intervento.
Non è mio compito entrare nel merito del tema che ci è proposto dal libro di Carlo Silvano, anche se, per la verità, l’ho letto con molta curiosità, forse anche per fare dentro di me un po’ di chiarezza e togliere degli interrogativi su un argomento nel quale ero (e sono) piuttosto prevenuto, come credo stia succedendo a tanti altri: prevenuto perché il termine stesso di Massoneria ha significato da sempre per me in qualche modo incompatibilità con la militanza cattolica. È stato sinonimo di settarismo settarismo, complotto segreto, avversione e insofferenza alle norme della vita sociale. E credo non sia facile sradicare determinate idee che abbiamo coltivato per tanto tempo. Tanto più che a questo riguardo ho letto anche di recente opinioni davvero sconcertanti di forte opposizione alla ideologia massonica, né credo che la dottrina della Chiesa Cattolica abbia cambiato di molto la propria posizione nei confronti della Massoneria. Trovo perciò veramente interessante questa ricerca che l’autore ci presenta qui oggi attraverso le opinioni dei diretti responsabili e sono curioso di seguire lo svolgimento del dibattito che sicuramente toccherà fra l’altro punti nevralgici sulla possibilità di coesistenza pacifica fra le due ideologie all’apparenza così opposte.
Dirò, invece, due parole sull’autore del libro.
Conosco il dottor Carlo Silvano da parecchi anni e ho avuto il piacere di pubblicare con la mia Editrice quattro suoi volumi.
Dirò, invece, due parole sull’autore del libro.
Conosco il dottor Carlo Silvano da parecchi anni e ho avuto il piacere di pubblicare con la mia Editrice quattro suoi volumi.
Armando Fiscon (a sx) e Carlo Silvano (a dx)
Ho sempre apprezzato in Silvano il suo metodo di lavoro che è quello di non sviluppare un argomento sotto forma di trattato in esposizione sistematica, quanto quello di approfondire il problema attraverso le esperienze dirette dei protagonisti intervistati, che diventano loro stessi gli autori. Per cui l’argomento non è mai un dictat di principi, di definizioni, di intenti; ma è calato nelle realtà dei singoli individui. È il metodo delle interviste mirate che, sapientemente gestite con domande dettagliate, e a volte provocatorie, ai diretti interessati (e qui è molto importante anche la scelta dei personaggi da intervistare), dà alla fine un quadro dell’argomento che non è mai teorico ma pratico, chiaro, sperimentato, vissuto in prima persona. A mio parere, qui sta la validità del metodo che Carlo Silvano ha scelto finora per le sue pubblicazioni.
Si può aggiungere che anche su altri argomenti – tutti molto attuali, come Autorità e responsabilità nella Chiesa Cattolica, Cristianesimo Chiesa e Teologia, Rapporto tra Cristiani e Musulmani, Problematiche del mobbing, Silvano usa sempre lo stesso metodo dell’intervista; e sempre, alla fine del libro, si comprende come in qualsiasi problema sociale o religioso c’è una grande quantità e, direi, ricchezza di variabili dovute ai valori individuali, alla sensibilità, alla preparazione, alla dedizione, all’intraprendenza delle singole persone intervistate. E si possono scoprire anche elementi molto diversi da quelli che la tradizione, il comune sentire, le prevenzioni ci hanno inculcato; cosicché un argomento per quanto delicato e controverso può portare a conclusioni anche imprevedibili, come credo sia il caso di questo libro nel quale – attraverso le domande che Carlo Silvano fa a personaggi di spicco della Massoneria (domande anche in questo caso non relative a regolamenti o principi, bensì a temi specifici quali il rapporto con la Chiesa cattolica, i fenomeni dell’emigrazione, del lavoro, della prostituzione, dell’aborto), si riesce ad avere un quadro ben diverso ed effettivamente poco conosciuto anche della “Primavera per i figli della Vedova”, così Silvano ha intitolato il libro; in quanto nel marzo del 2001 si svolse a Treviso una riunione nella quale un gruppo di Massoni trevigiani palesarono al Grande Oriente d’Italia la volontà di istituire una nuova officina a Treviso; e nel successivo giugno con apposito decreto il Grande Oriente d’Italia emise la bolla di fondazione della loggia “Primavera”, sancendone formalmente la nascita.
Armando Fiscon (Edizioni del noce - Camposampiero)
domenica 15 febbraio 2009
Rispondendo ad un mio messaggio, il vescovo e carmelitano Filippo Iannone (ausiliare all'arcidiocesi di Napoli e docente di diritto canonico), mi scrive:
1. E' ancora valida la Dichiarazione del 26.11.1983?
La dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 nov. 1983 conserva integro il suo valore, pertanto le sette massoniche sono da comprendersi tra le associazioni di cui al can. 1374 del vigente Codice di diritto canonico.
2. Un cattolico può iscriversi e frequentare una loggia massonica?
L'attuale canone stabilisce una duplice distinta pena:
A. Pena precettiva indeterminata per chi s’iscrive "scienter et volens" a una delle associazioni che tramino contro la Chiesa: "iusta poena puniatur". Se qualcuno si fosse iscritto in buona fede, ha l'obbligo di ritirare la propria iscrizione, non appena viene a conoscenza della vera natura della società, tranne che sia costretto a rimanervi temporaneamente, per evitare possibili gravi danni.
B. Pena precettiva determinata per chi svolge nella società un ruolo attivo o una funzione direttiva: "Interdicto puniatur".
3. Su quali basi si fonda l'inconciliabilità tra l'essere cattolico con la frequenza ad una loggia massonica?
Si noti per altro che il canone parla di associazioni "quae contra Ecelesiam machinantur". Non basta pertanto che esse siano condannate dalla Santa Sede o da altra autorità ecclesiastica. È necessario che cospirino realmente contro la Chiesa, sia perché questo rientri nei loro fini, sia perché sia stato così deciso dagli organi direttivi, sia infine perché avvenga semplicemente di fatto. La condanna può avvenire anche per altri motivi. Trattandosi di associazioni a carattere eretico, scismatico o apostatico, si ha un effettivo concorso di reati, in quanto si viola non solo il can. 1374, ma anche il can. 1364. (La prima condanna formale delle sette massoniche risale alla Lettera Apostolica "In eminenti" di Clemente XII del 28 aprile 1784).
Sperando di aver in qualche modo dato risposta ai suoi quesiti, La saluto cordialmente in attesa di incontrarLa personalmente + Filippo Iannone, o.c.
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